Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, VI, c. 227
Pflugk-Harttung, Iter, n. 38 p. 422-423
Della Rena-Camici, II, n. 3 p. 70, ad a. 1060
Regg.
Pflugk-Harttung, n. 124 p. 190
Reg. Vol., n. 126 p. 46
J., p. 387
Jaffé-Löwenfeld, I, p. 561
Passerini, III, n. 17 p. 59
Kehr, III, n. 11 p. 283
Coturri, n. 33 p. 119
Hiibner, n. 1408
F. Schneider, n. 233 p. 270
Scheda num. 759
ID: C01S11327
Data: 1059 dicembre 1
Luogo: Firenze
Segnatura: AVV, Dipl., n. 1 (c. sec. XI)
Edizione:
Edd.
Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, VI, c. 227
Pflugk-Harttung, Iter, n. 38 p. 422-423
Della Rena-Camici, II, n. 3 p. 70, ad a. 1060
Regg.
Pflugk-Harttung, n. 124 p. 190
Reg. Vol., n. 126 p. 46
J., p. 387
Jaffé-Löwenfeld, I, p. 561
Passerini, III, n. 17 p. 59
Kehr, III, n. 11 p. 283
Coturri, n. 33 p. 119
Hiibner, n. 1408
F. Schneider, n. 233 p. 270
Breve q. factum est intus civitate Florentia, ante presentia Nicholai pape <(già vescovo di Firenze, Gherardo)> et Ildebrandus abbas mon. S. Pauli, Bruno iud. istius civitatis et Gerardo et Raneri judicibus Volterrensis et Saracino Dumcelo et Albitio f. Azi et Ugo f. b. m. Raimberti et Aldibrando f. b. m. Gerardi et Wido f. b. m. Rolandi et Rolando f. suo et Alberto f. b. m. Rustici, et Petro f. b. m. Dedilrici et reliqui plures; in eorum presentia veniens WIGLIELMO comes q. v. Bulgarello f. b. m. Lotharii comitis, per fuste tradidit et perdonavit a te Wido episc. Volot. Eccl. <(1044-1061)> idest causis et calumnis et reliquis compositionibus nominative de omicidio de plage, de ferite et de incendio et de asalto q. usque modo habuistis contra i.dicto episcopo per te aut per tuis omnibus liberi et servi.
S.scriptus comes refutavit in eorum presentia ad i.dicto episc. integra mediet. de monte et castello de Colle Muscari et de castello de Puliciano, sicut signa in medio posita sunt et fuit iurata, cum integra medietate de eccl. cum sua pertin., una cum omnibus casis, terris, eccl. et capellis q. Adelmus habuit et tenuit antea sex annos quam mortuus esset; infra plebe de Clani quantum Adelmus et Gilsa uxor eius per beneficium habuit.
Anno dom. inc. M° L X°, ipso die kal. decembris, ind. XIIIª.
Ego NICHOLAUS S.R.E. presul confirmavi et s.scripsi
Ego Humbertus S.E. Silve Candide episcopus cognovi, interfui, et s.scripsi
(ndr v.) Willelmo comes a me facta s.scripsi.
++ S. m. Albitii et Ugi et Ildibrandi et Alberti et Petro et Wido et Rolando f. suo.
Gerardus not. d. imp. ibi fuit et hoc breve scripsi
(ndr 2° scheda)
Cavallini:
Il vesc. di Volt. Guido si era lamentato con l’imp. Enrico III della molestia che gli recavano laici, conti gelosi della sempre > potenza dei vescovi e ufficiali imperiali, per questo l’imp. per interessam. della stessa imperatrice Agnese e del cancell. Opizzone annuì di liberare la chiesa volterrana dalla perfidia di uomini che con ogni pretesto la laceravano. E siccome il > fastidio gli veniva dal c. G. B. il quale in una forma o altra cercava di farsi propri i beni altrui, l’imp. confermò <1052.VI.17 (ndr scheda n. 708)> alla chiesa Volt. quanto il c. Adelmo e Gisla avevano ad essa <e al suo vescovo Guido> donato e precisam. il castello di Pulic., il mon. di S. Sepolcro, il castello di Montagutolo (S. Gimignano), la parte della rocca di Cori (Rocchetta di Poggibonsi) la parte del castello di Montegabbro presso Coneo, quanto possedeva inoltre nel cast. di Casaglia, con la solita ingiunzione ai duchi, marchesi e conti di rispettare le ingiunzioni imperiali sotto pena di 100 lire.
Nonostante il rescritto imperiale le cose continuavano a camminare + o – nello stesso modo.
(ndr 2° scheda v.)
Del 1055 con altri vescovi della Tuscia si recò a Firenze in attesa dell’arrivo dell’imp. e il 4 giugno prese parte al convengo in cui Enrico III eil papa Vittore II decisero la lotta contro i cattivi costumi del clero. (ndr scheda n. 722)
Dopo il concilio romano del 1059 Niccolò II si portava in Toscana dove le faccende eccles. andavano male. Il papa volle sistemare il contrasto tra il conte G. B. che recava continue molestie a tutti i vescovi vicini e il vescovo Guido; chiamatolo alla sua presenza lo indusse a estinguere ogni lite e a restituirgli la intera 1/2 del monte e castello di Colle Musciori e la parte del castello di Pulicciano e la parte dei beni che Adelmo e Ghisla avevano posseduto (anni prima di morire sulle pievi di Chiani, di Cellori e di S. Gim.
Note:
Nel testo del regesto l’anno “1059” è cerchiato di rosso.
La segnatura completa si trova solo sul v. della prima scheda, dov’è anche l’edizione